Le Isole Del Lago Di Bolsena - L'Isola Bisentina

L'Isola Bisentina

 

Delle due isole che sorgono dalle acque del lago, l'isola Bisentina si distingue per la maggior superficie e ricchezza di testimonianze naturalistiche, storiche e monumentali.
In pianta si presenta come un triangolo con i lati molto frastagliati, con una superficie di 17 ha, in gran parte pianeggiante, con un rilievo molto accentuato a Nord (Monte Tabor) di 56 m di altezza ed uno minore a Sud (la Rocchina) di 22 m di altezza.
La costa più vicina, Punta S. Bernardino, dista circa
2 Km.Dal punto di vista geologico è quanto resta di un cono eruttivo dall'apparato vulcanico Vulsino che entrò in attività quando già esisteva il lago, circa 132.000 anni fa; dopo la sua formazione fu interessato da violenti fenomeni geologici che portarono alla sua parziale distruzione.

 

 

I rilievi di M. Tabor e della Rocchina sono gli ultimi resti della cinta craterica mentre la parte centrale , pianeggiante e più bassa, coincide forse con l'antico condotto eruttivo, il livello di questa parte è tanto basso che le acque del lago l'attraversano quasi a dividere l'isola in due parti. Nei primi del 1900, per aumentare il fascino di questa anomalia furono scavati altre due canaletti che, così, portarono l'isola ad essere costituita da quattro isole adiacenti.
Il più antico reperto archeologico è da considerare la piroga ritrovata nel 1989 davanti a Punta Calcino ad una profondità di 13 m: è monoxila (da un solo tronco) scavata con il fuoco e rifinita a scalpello, lunga 6,40 m, datata con il Radiocarbonio all'età del Bronzo (VIII sec. a.C.).

Questo ritrovamento isolato non ci può dare motivo per affermare una presenza abitativa stabile sull'isola, ma dobbiamo invece risalire al VI sec. a.C. p'er trovare alcune tombe etrusche a fossa con suppellettile ceramica, poi un cippo con iscrizioni di epoca romana ed alcuni frammenti di colonne di marmo: troppo pochi elementi per poter dedurre l'entità di un insediamento stabile.
Un vero e proprio popolamento dell'isola inizia soltanto nel IX sec. d.C.
Quando l'isola divenne un sicuro rifugio per le genti dei paesi rivieraschi al tempo delle incursioni barbariche.
Durante il medioevo seguì le vicende dei possedimenti orvietani della "Val di lago" fino a che, verso la metà del 1200 cadde sotto la denominazione dei signori della vicina Bisenzo, un ramo della nobile famiglia degli Aldobrandeschi. Ma, nel 1261, il Papa Urbano IV incluse le due isole tra i domini diretti della chiesa, ricostruendo la Rocca con la torre e ripristinando l'abitato.
A questi tempi è da attribuire lo scavo della "malta" un grande vano circolare nel sottosuolo del M. Tabor raggiungibile soltanto con un pozzo profondo circa 30 m e con una stretta galleria che sbocca al piede.